Sei sempre in giro!
Alzi la mano chi si è sentito dire almeno una di queste frasi: figlio di papà, i soldi tuoi (come si dice a Roma), beato te, mi metto in valigia, quanto hai pagato, ma come fai, sei sempre in giro.
No? Com’è possibile? Se partite almeno tre volte l’anno, non ci credo che nessuno non vi abbia mai detto “Beato te!“. Quel “Beato te!” negativo, non quello positivo della serie “divertiti che te lo meriti” o “bravo, fai bene“.
Mi sento dire queste affermazioni da quattro soldi da anni, anche se ora in misura minore. Rispondo una volta per tutte, anche da parte vostra, cari lettori-viaggiatori:
- Figlio di papà – sì, ho lo stesso cognome;
- I soldi tuoi (come si dice a Roma) – esatto, miei;
- Beato te! – grazie;
- Mi metto in valigia! – volo Ryanair e il bagaglio è 10 kg, non entri;
- Quanto hai pagato? – volo e hotel 3 giorni per Budapest 45€;
- Ma come fai? – magia;
Da quando sono partito per un viaggio studio a Oxford di due settimane nel 2008, a 17 anni, ho capito che la mia passione era viaggiare. Ho migliorato l’inglese, conosciuto gente da tutto il mondo, visto Londra per la prima volta e ho provato l’ebbrezza di non avere il bidet. Sono seguiti poi altri viaggi (studio e non) e iniziano i periodi in cui metto da parte i soldi di Natale, del compleanno, la mancia delle nonne, i resti della spesa (sappiamo tutti che erano fondamentali, l’avete fatto anche voi), attacco manifesti in giro per guadagnarmi 4€ l’ora e a 19 anni per tre mesi faccio il grafico lavorando da casa per una tipografia.
Non mi reputo fortunato. La fortuna è quando per caso vinci un viaggio studio, non quando, con tanti
sacrifici, i tuoi genitori riescono ad investire su di te e sul tuo futuro. Non quando a 19 anni cerchi tra gli annunci di lavoro “grafico” e ti atteggi tale per guadagnare qualcosa. Non mi reputo fortunato, ma capace di focalizzarmi sulla mia priorità: viaggiare. [chiusa parentesi personale]
La (s)fortuna di oggi è che viaggiare ormai è per tutti. Da chi vuole volare in business a chi dorme in ostello, c’è un viaggio per chiunque.
E allora, perché ancora questa disparità tra chi non ha soldi per viaggiare e chi ce li ha? La verità è che non esiste né la prima categoria, né la seconda. Ne esistono altre due: chi vuole viaggiare e chi non vuole. Non sono qui a fare i soliti calcoli “Non andare a cena fuori per tre settimane e riesci ad andare a Barcellona con quei soldi”, perché sono discorsi triti e ritriti che spero bene siano familiari a tutti.
La seconda categoria, quella che non vuole viaggiare, ha misure ben diverse dalla prima: cena fuori 35€ = OK; due giorni a Bruxelles 35€ = sei ricco.
Non ho capito. La cena fuori va bene, ma allo stesso prezzo se faccio due giorni in Europa sono ricco? Perché?
Perché viaggiare è visto da molti come quella cosa irraggiungibile, intangibile e costosa che solo i ricchi, i figli di papà, quelli che hanno la fabbrichetta, quelli che non lavorano, riescono a fare.
Molti per questo motivo non riescono ancora a sbloccare il proprio ragionamento in materia di viaggi. Non ci pensano minimamente a cercare un volo, a vedere quanto costa la vita in Vietnam o in Ungheria. Non sanno che esistono voli a 4€ e che in Asia si pranza con 3€. Un muro invalicabile tra loro e la destinazione dei sogni, raggiungibile solo con centinaia e centinaia di euro e che solo i fortunati amici di Facebook possono godersi.
Basta sognare, invidiare, commentare inutilmente e fare i conti in tasca.
Che il vostro prossimo viaggio sia un regalo di compleanno, pagato da vostra nonna, da Maria De Filippi o tutto di tasca vostra, fregatevene. Viaggiate, come e quando volete, con i vostri soldi o con quelli degli altri. Mentre chi non vuole viaggiare prima o poi si stancherà di mandare screenshot agli amici, voi sarete a 10.000 metri tra le nuvole.
E lì, guardando fuori dal finestrino, capirete che “Sei sempre in giro” è uno dei complimenti più belli che vi possano fare.
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2 commenti
Bell’articolo! Amo, amo, AMO. Quanto mi sono sentita in colpa per tutti i commentacci invidiosi che mi si tirano dietro ogni volta che posto qualche foto di viaggio; Commenti che provengono da persone che per una serata in discoteca spendono l’equivalente di una settimana in albergo a 5 stelle a Budapest. Bah!
Eh sì, ti capisco. Purtroppo usano pesi e misure diverse, anzi, forse è meglio così ;)