Un miliardo di persone al mese utilizza Instagram. Scroll, tap, swipe. Si inizia da una foto di un amico in vacanza a New York e si finisce sul profilo della zia di Bradley Cooper. È divertente. Si passa il tempo, si scoprono cose nuove, si screenshotta e si invia agli amici. Instagram è un contenitore di foto patinate, feed curati nei minimi dettagli per mantenere gli stessi colori, #ad e “in tanti mi avete chiesto dove ho preso X” (MA CHI?). Ma anche di selfie fatti di corsa, storie divertenti, foto della pizza del venerdì sera o di boomerang di cocktail che fanno cin cin.
Instagram è il social che più mi permette di esprimere quello che faccio e che mi piace fare: viaggiare e condividere i miei viaggi. Sì, anche io prima di postare una foto sul mio profilo controllo se ci sta bene con il resto del feed, fissa personale o regola tacita dettata da blogger e fotografi che sia.
Non solo condivido le mie avventure in giro per il mondo, ma mi piace leggere e scoprire quelle degli altri. Quante volte avete iniziato da Instagram per trovare qualcosa da vedere durante un viaggio? Io ho intere raccolte di post salvati divisi per città o paese che sono stati utili e lo saranno in futuro!
Instagram è utile ai fini del viaggio e ti permette di scoprire luoghi nuovi, ristoranti, bar e punti di osservazione. Finché quei ristoranti con le lucine e le piante e quel punto di osservazione non diventano vecchi e ripetitivi. Ogni singolo blogger, influencer, chiamatelo come vi pare, posta quella foto che viene ripostata a sua volta da mega-account come Beautiful Destinations e da lì si creano questi Instagram spots o posti instagrammabili dove la fila per scattare una foto è più lunga di quella alle Poste il 2 del mese.
Un esempio lampante è questo posto a Bali, l’Handara Gate:
O Nusa Penida, sempre a Bali:
Anni fa ero affascinato da questi luoghi, ora invece ho zero interesse nel visitarli.
Non fraintendetemi. Sono molto belli, ma mi sembra di aver già visto tutto e di sapere già cosa aspettarmi: una fila di gente che su Instagram non vedi, in attesa di scattare la foto perfetta con vestiti lunghi e capelli al vento. Non c’è niente di male. Anzi, sono posti iconici oramai, quindi è più che giusto farci un salto. Ma dal punto di vista puro del viaggiatore io ho perso la curiosità e la voglia di andarci.
All’inizio dell’articolo ci sono due foto del castello di Neuschwanstein, vicino Monaco. Per godermi la vista che vedete nella foto di destra mi sono arrampicato su una roccia isolata dove ho trovato un posticino lontano da tutti. La foto di sinistra è la fila per salire sul ponte sul quale si fa a gomitate anche solo per vedere il castello per 30 secondi.
È come quando ti spoilerano una serie tv e di dicono che il personaggio principale muore.
Per i viaggiatori Instagram è un’arma a doppio taglio: da una parte aiuta a trovare ispirazione, dall’altra non fa che incrementare il flusso di gente e contribuire all’overtourism. Sfinisce e scoraggia i viaggiatori a visitare certi posti.
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Come ha cambiato il mio modo di viaggiare Instagram? I posti che prima avrei considerato per una visita, sono ora alla fine della mia lista. Il lago di Braies, Phuket, Bali non mi attirano più.
Instagram mi ha tolto la curiosità che avevo per molte bellezze naturali e angoli ormai poco nascosti.
Per ora mi limito a fare scroll, tap e swipe. Forse quella curiosità ritornerà.
1 commento
Ho letto il tuo articolo. Sono pienamente d’accordo con te. L’unica cosa che mi viene da aggiungere è che forse è addirittura un’arma a triplo taglio. Instagram, e più in generale i social, non solo ci hanno provato della curiosità di viaggiare, ma anche di vivere la quotidianità nel modo più sereno possibile. Di apprezzare ciò che ci circonda. Facendo invece prevalere la voglia di partire e andare “in quel posto lì”. Il viaggio in Norvegia mi ha veramente cambiato sotto questo punto di vista e, per questo, ora cerco di limitare a pochi minuti al giorno il “passatempo” sui social, nonostante abbia un blog proprio come te. La vita è qui fiori. Grazie per il tuo articolo!