Il suicidio è un atto volontario con il quale ci si priva della propria vita.
Quattro amici ritornano a Düsseldorf dopo un weekend a Barcellona, ancora con la pancia piena di sangria e paella. C’è il sole, condizioni meteo eccezionali e i quattro amici trovano posto in aereo insieme ad altre 145 persone. Chi per lavoro, chi visita Düsseldorf per turismo, chi invece, come i quattro amici tedeschi, ritorna da un viaggio a Barcellona.
Hanno quasi la stessa età di Andreas Lubitz, un co-pilota di 27 anni che soffre di depressione e vuole farla finita. Qualche giorno prima della partenza, con il suo iPad in mano, cerca su Google come suicidarsi e altre informazioni relative al blocco della porta della cabina di pilotaggio. Andreas, avrebbe anche buttato via dei certificati che gli negavano di volare e che avrebbe dovuto consegnare a Germanwings.
Era malato da tempo, ma ha comunque volato. E insieme a lui c’erano i quattro amici tedeschi che ho immaginato e che poco prima della partenza avevano mandato un sms ai genitori con scritto “sto per partire, atterro alle 12”. Non sono mai atterrati, non hanno mai più rivisto la famiglia, le foto sono rimaste nella memory card della Canon e i souvenir sono ormai andati distrutti tra le vallate.
Centinaia di morti, centinaia di famiglie distrutte: Andreas voleva solo suicidarsi. Poteva farlo a casa da solo, porre fine alla sua esistenza in tranquillità. No, ha deciso di fare un atto plateale. Qualcosa che potesse essere ricordata per sempre, da inserire su una pagina di Wikipedia tra le liste degli incidenti aerei fatali, nella letteratura dell’aviazione e che potesse scuotere ogni singolo viaggiatore. Andreas, tra egoismo, coraggio e depressione non ha commesso un suicidio. Ha fatto una strage.
La strage è l’uccisione perlopiù contemporanea di un gran numero di persone.
Lufthansa, Germanwings, i dottori. Chi pagherà adesso? Nessuno. Andreas ha fatto il suo dovere, proprio come farebbe un terrorista. Ma qui non parliamo di politica, Andreas l’ha fatto per lui. Ha disattivato il pilota automatico, è sceso in maniera controllata in modo che i computer di bordo non avrebbero potuto notare una discesa anomala e correggere la rotta. Il 24 Marzo, alle ore 10.39, percorrendo 1.000 metri al minuto, l’Airbus 320 scompare dai radar e si schianta.
C’è una linea sottile tra suicidio e strage. Tra il decidere per la propria vita e il decidere deliberatamente per quella degli altri. Di 149 persone.
Io non lo chiamo suicidio.