I tipici stereotipi degli Italiani sono per la maggior parte reali. All’estero, il tipico Italiano viene riconosciuto con facilità dalle persone di ogni nazionalità: dall’inglese maccheronico all’abbigliamento, dal volume della voce alla gestualità.
Insomma, l’Italiano turista, quello che preferisce mangiare la pasta invece che i prodotti locali, si vede lontano un miglio. Ovviamente, non c’è da offendersi, siamo unici dopotutto :P
Lo vedi già in aeroporto che, spaesato, cerca sul tabellone il suo volo e non sa bene la differenza tra gate, check in, terminal o altri termini inglesi. Il check in, anche dopo aver ricevuto 18 email dalla compagnia aerea, lo fa in aeroporto perché “sti cavoli”. Al desk si presenta con una valigia fuori misura, trenta zaini e un cuscino per riposarsi durante un volo di 2 ore e mezza per Londra, non si sa mai.
Le lamentele ai controlli sono proporzionali alla quantità di profumi e creme che si è portato, tanto da non capire che il limite è 100ml e da scatenare una lite con l’addetto ai controlli che non fa altro che ribadire la regola. Ma l’Italiano non capisce che se non vuole ritrovarsi qualche dirottatore o un pazzo con un coltellino, deve buttare il suo Bulgari da mezzo litro nel cestino.
Il viaggio in aereo è estremamente carico di ansia e delle solite lamentele relative allo spegnimento obbligatorio dei dispositivi elettronici: “Non lo spengo, tanto che ne sanno”.
Agli assistenti di volo, al tassista nella città e alla reception, l’Italiano parla in Italiano. Perché l’Inglese non serve, lo parlano in pochissimi nel mondo. “Io non capisco perché non parlano Italiano questi qua”. E quando parla Italiano lo fa velocemente “salvehoprenotatounacamera”, oppure quando vede che l’altra persona non lo capisce, parla in Italiano l e n t o e AD ALTA VOCE. “H O P R E N O T A T O U N A C A A A M E E R A A A“. Non è che se qualcuno vi parla lento in slang Madurese (Indonesia), capite.
L’Italiano è individuabile a chilometri di distanza, o almeno dal momento in cui il nostro occhio riesce a mettere a fuoco. Lo vedi che si dirige con i suoi Carrera bianchi, la camicia nei pantaloni, la cinta di Fendi e molto probabilmente, Hogan ai piedi. Mi è capitato personalmente che in metro, in molte città, bastava guardare le scarpe per capire da dove provenisse quella persona. Hogan nel 90% dei casi, Superga il restante. Se ha i sandali/infradito e non è estate, don’t worry, non è Italiano.
E dimenticavo la tracollina di Gucci.
Oltre all’aspetto, l’Italiano si riconosce dagli acquisti che fa. Se è in America, l’Italiano tipico non acquisterà brand Americani. Cercherà Armani. E si sorprenderà dei prezzi alti. D’altronde, perché comprare i Levi’s a 40$?
Da Abercrombie & Fitch e Hollister sembra di stare a Milano nel punto vendita di A&F. “Chiama la Bea al piano di sopra che le ho trovato questa fèlpa graziosa adue soldi”.
L’Italiano non prova cose strane all’estero, lui vuole la pasta e la pizza. All’arrivo del piatto fa una faccia strana ma la mangia, fa schifo, ma la mangia. “Hamburger di merda, io mangio la pasta”, pasta scotta ovviamente.
Ci sarebbe un capitolo a parte per l’Italiano in vacanza con i ventordici figli, la madre, il padre, le zie e i nipoti. Ma sarebbe troppo lungo da raccontare. Vi dico solo questo: l’aereo è di loro proprietà. L’intera fila è loro. Si muovono in branco, MAI attaccare bottone con loro o vi inviteranno a mangiare quando tornerete in Italia. Sono pericolosi.
Voi avete mai notato i tipici comportamenti degli Italiani in vacanza? Quali sono stati quelli più divertenti?