Una terra ricoperta da boschi, montagne e pianure, punteggiata da parchi nazionali, innumerevoli riserve naturali e costeggiata da spiagge bianche o rocciose. Mentre gli occhi rimangono affascinati da questo e tanto altro, le orecchie ascoltanoĀ il rumore delle onde; il vento incessante che attira gli amanti delĀ surf; la lingua, la piĆ¹ conservativa delle lingue romanze dopo l’italiano. L’olfatto viene stimolato dai profumi delle piante tipiche della macchia mediterranea e dagli odori della cucina di tradizione pastorale.
Insomma, visitare la Sardegna significa immergersi in una serie di esperienze che avvolgono tutti i sensi e fanno innamorare chiunque. Anche me, che per anni ho visitato il nord dell’isola per trascorrere le vacanze estive in famiglia.
I motivi per amarla sono infiniti, ma questi sonoĀ quelli che piĆ¹ mi appartengono.
-
LA NATURA
In Sardegna ci sono ben 60 riserve naturali, 2 parchi regionali e anche 5 oasi del WWF. Inutile dire che le possibilitĆ di esplorazione sono innumerevoli. A partire dalle tranquille passeggiate ideali per le famiglie, fino agli sport estremi come l’arrampicata, il territorio sardo offre di tutto per tutti.
Qualche esempio? A Cagliari, uno dei percorsi di trekking piĆ¹ popolari ĆØ quello della Sella del Diavolo. L’escursione di 4 chilometri a pochi minuti dal centro cittĆ , vi porterĆ tra viali alberati, rocce calcaree e calette. A nord, invece, inoltratevi nella pineta di Caprera, l’isoletta di 15 chilometri quadrati collegata all’isola di La Maddalena, e perdetevi tra le rocce di granito rosa e le scogliere a picco sul mare cristallino. Caprera ĆØ anche famosa per essere stata l’ultima dimora di Garibaldi.
Inutile elencare tutte le spiagge piĆ¹ belle della Sardegna, ma scrivete nella lista Cala GoloritzĆ©, La Pelosa e Cala Coticcio. -
IL CIBO
Quanto vorrei partire e fare un tour esclusivamente culinario in Sardegna. Farei una scorpacciata di culurgiones (fagottini ripieni di ricotta e menta), malloreddus (i tipici gnocchetti sardi), il classico porcheddu (maialino aromatizzato con mirto o rosmarino),Ā seadas (delle “tortine” di pasta ripiene di pecorino, fritte e ricoperte di miele) e poi formagelle, amaretti e acciuleddi.
Per mandare giĆ¹ tutto un vino rosso, non importa di quale azienda vinicola: meglio ancora senza etichetta e “della casa”.
Dimenticavo il pane carasau, classico intramontabile. -
IL FATTO CHE SIA UN’ISOLA
Pur essendo una regione all 100% italiana (seppur autonoma), la Sardegna ha sempre avuto una forte apparenza alla propria individualitĆ . Il fatto che sia un’isola, come succede spesso, influisce sull’unione dei propri abitanti. La cultura sarda per questo, a mio avviso, ĆØ decisamente piĆ¹ percepibile rispetto a quella di molte altre regioni italiane e permea positivamente nell’esperienza di viaggio del visitatore. La lontananza dal resto della penisola ha contribuito anche a mantenere gli abitanti ad un numero piuttosto basso rispetto alla grandezza del territorio. CiĆ² non va che a favore dei residenti, ma anche dei viaggiatori.
Raggiungere la Sardegna ĆØ perĆ²Ā molto semplice. In aereo e in nave si arriva nelle principali cittĆ come Cagliari e Olbia e da lƬ ĆØ possibile spostarsi comodamente affittando una macchina.
Ogni giorno partono infatti numerosi traghetti per la Sardegna da Civitavecchia, Napoli e Genova. -
RICORDI
L’ultima volta che sono andato in Sardegna risale al 2013, ma come ho scritto sopra, ho trascorso parecchie estati qui.Ā Precisamente a La Maddalena. Ricordo bene le notti in nave per raggiungere Olbia da Civitavecchia, il porcheddu, le seadas e gli gnocchetti (non sono mai stato un bambino schizzinoso che mangia solo pasta al pomodoro), il profumo degli arbusti sui tragitti per raggiungere le spiagge a Caprera, il ponte verde che la collega a La Maddalena.Ā Le uscite in gommone, il gelato in piazza e i negozi di souvenir dove compravo sempre qualcosa per i miei amici vicini di casa. Ma ricordo anche amici di famiglia, pranzi al mare in spiagge incontaminate senza bar o bagni e ovviamente, l’acqua. CosƬ limpida e luccicante che dava fastidio agli occhi quando il sole era alto (quindi mettevo gli occhiali perchĆ© faceva figo).